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Covid-19: essere positivi non è tutto, conta anche la carica virale

Covid-19: essere positivi non è tutto, conta anche la carica virale

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Covid-19: essere positivi non è tutto, conta anche la carica virale.

Se qualcuno risulta positivo al tampone per il Covid-19, vuol dire che quella persona è entrata in contatto col coronavirus responsabile della pandemia.

Per un corretto approccio terapeutico, però, questa informazione non basta: infatti è molto importante conoscere anche la quantità di virus presente nell’organismo del paziente. O meglio, la sua concentrazione.

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Covid-19: essere positivi non è tutto, conta anche la carica virale

Nell’ambito della positività i valori della carica virale possono infatti oscillare fino a oltre dieci ordini di grandezza e questo non è indifferente rispetto alle misure di prevenzione e di cura che si devono adottare.

Per rilevare la carica virale si adotta la tecnica della Pcr (Polymerase Chain Reaction), per la quale l’Rna del virus viene dapprima trascritto sotto forma di Dna e poi amplificato in una serie di cicli. Più è alto il threshold cycle (ciclo di soglia), meno Rna virale c’è nell’organismo del paziente sottoposto a tampone.

Il che, tradotto, significa che un test positivo non vuol dire che la persona sia ancora in grado di trasmettere il virus o che abbia in corso una malattia di qualche rilievo. Questo perché l’Rna campionato potrebbe venire da un virus non più vitale o addirittura già morto.

In effetti ci sono studi che mostrano che sotto le 10mila copie di Rna (più o meno 34 o 36 cicli di amplificazione) praticamente non c’è più rischio che la persona possa contagiare altri soggetti.

Il punto, quindi, è che se ci si limita alla positività senza accertare la carica virale, una persona potrebbe essere sottoposta a quarantena anche se non è più contagiosa.

D’altra parte, se un paziente mostra una carica virale pari a milioni di copie di Rna (24/25 cicli), egli può rappresentare un rischio per la salute pubblica anche se asintomatico o con pochi sintomi.

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Uno studio condotto dal gruppo di ricerca lombardo della Fondazione Villa Santa Maria, in particolare, ha messo in rilievo che si possono trovare cariche virali altissime (50 miliardi di copie di Rna virale) anche in soggetti con pochi sintomi.

Insomma, la positività non è tutto: è fondamentale conoscere anche la carica virale. In caso contrario si rischia di tenere a casa persone che non sono più in grado di contagiare nessuno.

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