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Supermercato, fai attenzione se leggi questo sull’etichetta. Nessuno lo sa! Scopri cosa stai veramente comprando!

Supermercato, fai attenzione se leggi questo sull’etichetta. Nessuno lo sa! Scopri cosa stai veramente comprando!

Quando entriamo in supermercato, ormai, abbiamo imparato a leggere le etichette con massima attenzione. Sarà la forza dell’abitudine, sarà una maggiore cura per la scelta di prodotti certificati, sarà quel che sarà, ma in fondo il nostro occhio cerca sempre le stesse indicazioni: l’origine, la provenienza, le date di scadenza, il confezionamento.

Chi tra noi predilige il biologico, sa quanto sia più salutare rispetto agli alimenti provenienti da agricoltura o allevamento tradizionale. Sceglierlo ci mette al riparo da qualsiasi tipo di contaminazione. Le più accorte, però, avranno già notato che è comparsa una nuova dicitura: “zero residuo”. Di cosa si tratta? Sicuramente è meno costosa dei prodotti biologici, ma cosa si cela dietro a questo nome così rassicurante?

Scopriamolo insieme!

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Supermercato, fai attenzione se leggi questo sull’etichetta. Non lo sa nessuno, ma ecco cosa stai veramente comprando!

È bene chiarire fin da subito che “residuo zero” non equivale a biologico! La dicitura, innanzitutto, non è regolamentata da nessun tipo di autorità preposta al controllo formale dei prodotti, ma riassume un’indagine privata, proposta da organi di certificazione indipendenti che attesta l’assenza del 100% dei residui massimi ammessi di fitofarmaci.

Significa, allora, che non sono stati utilizzati pesticidi, fertilizzanti inorganici o elementi di sintesi per la coltivazione di questi alimenti? NO!

Supermercato

Se nell’agricoltura biologica tutto ciò che è chimico o industriale, sia esso un fitofarmaco o un insetticida, un pesticida o un acceleratore di maturazione è tassativamente vietato per legge, la scritta “zero residui” sottintende ben altro. I trattamenti sintetici sono permessi purché non risultino presenti su ortaggi e frutta quando vengono commercializzati. In pratica, le sostanze suddette devono degradarsi velocemente. Nei tempi di “sicurezza” stabiliti per i controlli finali devono risultare presenti in quantità pari o inferiori allo 0,01 milligrammi per kg.

In Europa è ammesso un range di tolleranza che varia da alimento ad alimento ed è compreso in una forchetta di 0,01/0,05 milligrammi per kg di alimento, il che implica che su alcuni alimenti i residui presenti possono essere anche più alti.

Per riassumere, se il biologico è rispettoso dell’ambiente e pone l’accento sulla salvaguardia dell’ecosistema a tutto tondo, il residuo zero ricorre a elementi chimici che possono compromettere la sopravvivenza delle biodiversità, ad esempio, ma evaporano in tempi talmente rapidi da non intaccare il cibo che ingeriamo.

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Se la vostra è anche una scelta etica, badate, da ora in avanti, di non farvi sviare!

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