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Plastica nei cosmetici: risultate contaminate le marche più note del settore. La classifica dettagliata.

Plastica nei cosmetici: risultate contaminate le marche più note del settore. La classifica dettagliata.

Plastica nei cosmetici:

Ebbene sì, torna alla ribalta il problema della plastica nei cosmetici.

Il make up ci aiuta sì a migliorare la nostra immagine di sfumature e colori alla moda, ma spesso ciò che applichiamo su viso, occhi e labbra non è certo salutare per la nostra pelle.

A denunciare la presenza di microplastiche nel trucco è da tempo ormai Grean Peace, con una ricerca accuratissima.

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Dai dati emersi, quasi l’80% dei 672 prodotti analizzati risultavano contenere residui, di cui il 38% erano particelle solide. Non solo, nel make up è stata riscontrata la presenza di polimeri in forma liquida o solubile, riguardo ai quali ancora non si conoscono possibili criticità.

La più grande associazione ambientalista al mondo ha voluto vederci chiaro; per questo ha contattato le aziende interessate.

Ha risposto solo Cosmetica Italia, che raccoglie più di 600 attività di categoria, ribadendo semplicemente il suo impegno continuo nell’eliminazione delle microplastiche con azione esfoliante e da risciacquo nei prodotti commercializzati, azione iniziata a partire dal 2015, come previsto dalla normativa.

Eppure, la sensibilizzazione continua che spinge tutti noi ad un uso ridotto di plastica dovrebbe indurre anche i produttori ad eliminarla il più possibile, soprattutto fino a quando non saranno noti gli eventuali rischi per la salute.

I divieti si fanno via via sempre più stringenti, ma non sono ancora arrivati ad abbracciare tutte le categorie, se pensate che l’ultimo in materia risale all’inizio del 2020, almeno per quanto riguarda l’Italia (qui i dettegli del caso).

Plastica nei cosmetici:

Plastica nei cosmetici: risultate contaminate le marche più note del settore. La classifica dettagliata.

I marchi maggiormente coinvolti dalla presenza di microplastiche secondo le analisi di Grean Peace sono:

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  • Lush (99%)
  • Maybelline (85%)
  • Deborah (84%)
  • Sephora (83%)
  • Wycon (78%).

Di tutti i brand analizzati oltre quelli elencati (Nyx, Kiko, Pupa, Bionike, Lancôme) solo i cosmetici Purobio, ne risultano assolutamente privi.

Come è facile osservare, siamo in presenza di un ventaglio variegato di brand, che va da un livello medio-basso fino a toccare quello più elevato e costoso.

Tra i cosmetici maggiormente contaminati trovate:

  • i mascara, 90% dei prodotti
  • i lucidalabbra e i rossetti (85%)
  • i fondotinta (74%).

Nessuno di questi prodotti DEVE esserne esente per legge, ma se un’azienda desidera offrire qualità al suo consumatore, dovrebbe preoccuparsi spontaneamente di escludere la presenza di microparticelle potenzialmente dannose.

Ecco perché, a parere nostro, sarebbe oggi opportuno sollecitare le associazioni e i laboratori scientifici a verificare con nuovi test e nuove prove lo stato del mercato italiano. Solo attraverso la ricerca scientifica accurata sarà possibile informare le consumatrici finali di quanto applicano sul viso.

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