Demet Ozdemir di “Daydreamer” contro la violenza sulle donne in Turchia: ecco come
Sono nata a Magenta (MI) il 26/8/'80 e vivo a…
Demet Ozdemir: brava, bella e “impegnata”. I fan della star di “Daydreamer – Le Ali del Sogno” (“Erkenci Kus”) sapranno forse che è molto sensibile al tema della violenza sulle donne. Più volte, infatti, in questi mesi, l’attrice ci ha in qualche modo “messo la faccia” per condannarla nella sua Turchia (ma ovviamente non solo), dove è cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni.
Demet Ozdemir: i suoi post sui social contro la violenza sulle donne
Demet condivide sui suoi profili social anche dei post dedicati alle donne vittime di violenza o addirittura uccise. Per esempio verso la fine del luglio scorso aveva postato una Story su Instagram per mostrare una delle manifestazioni avvenute in Turchia (ad Istanbul dove vive?), dopo l’ennesimo femminicidio, quello di una studentessa universitaria di nome Pinar Gültekin, 27 anni, ammazzata dal suo ex fidanzato, Cemal Metin Avci, 32 anni, perché aveva troncato la relazione con lui, dopo aver scoperto che era sposato (qui sotto un’immagine presa dal web).
La ragazza era sparita da cinque giorni e il 21 luglio è stata ritrovata cadavere in un bosco. L’autopsia ha dimostrato che Avci, reso confesso dopo l’arresto, l’aveva strangolata, ne aveva bruciato il cadavere e l’aveva gettato in bidone dell’immondizia, poi coperto con del cemento.
Demet aveva scritto su Twitter un messaggio che più o meno si può tradurre così: “Non finirà? Una donna non avrà diritto alla vita?”. Poi, evidentemente rivolta ai responsabili, aveva aggiunto: “Anche il tuo respiro ferisce la tua esistenza, la tua bruttezza ferisce! Ricorda, col passare del tempo i nomi cambiano e i criminali sono gli stessi! Accetta la tua punizione! E togli le mani dalle donne! #pinargültekin #stopfemminicidi”.
Altri attori e attrici avevano fatto sentire il proprio sdegno sui social.
Meno di un mese fa, Demet è tornata a parlare dell’argomento, condividendo un video su una donna di nome Buse, sposata da quasi un anno e mezzo e madre di un bambino di 7 mesi. Chiedeva protezione dopo essere stata torturata dal marito. “Ancora una! Basta adesso!”, scriveva l’attrice.
Demet Ozdemir: la sua ultima soap è contro la violenza di genere
Dopo aver smesso i panni di Sanem in “Daydreamer”, Demet Ozdemir interpreta dal 2019 il personaggio di Zeynep, protagonista della soap drammatica “Doğduğun Ev Kaderindir” (“La Tua Casa è il Tuo Destino”). E’ ispirata ad una storia vera, narrata nel romanzo “Camdaki Kız” (“La ragazza allo specchio”) di Gülseren Budayıcıoğlu. Zeynep dovrà accettare un matrimonio combinato dai suoi genitori.
Ad un certo punto c’è una scena in cui si parla del delitto d’onore e Zeynep esprimerà tutta la sua rabbia alla madre, che la esorta a “comportarsi bene”, per non disonorare il marito. Questa scena è stata postata da Demet dopo il femminicidio di Pinar Gültekin.
I tragici numeri del 2019 in Turchia e le iniziative di contrasto più o meno simboliche
Il sito “Linkiesta” ha riportato che solo nel 2019, in Turchia si sono verificati 475 femminicidi. Tra il 2008 e il 2017 ce ne sono stati 2.025, il numero più alto dei quali nel 2013. Nella maggior parte dei casi (il 62%) il colpevole è il marito, l’ex marito o il fidanzato; poi comunque un uomo della famiglia (28%) o un estraneo (10%).
E’ stato creato anche un database dal titolo “Fermeremo i femminicidi”, per fornire informazioni e numeri più affidabili rispetto a quelli ufficiali e i dati sono davvero impressionanti.
Per sensibilizzare maggiormente su questo tema e sulla violenza nei confronti delle donne in generale, un artista (uomo!) di nome Vahit Tuna nel 2019 ha innalzato letteralmente due “muri di scarpe” su altrettanti edifici nel centro di Istanbul (su questo blog è stato dedicato un articolo a questo argomento). Scarpe non rosse come quelle più iconiche contro il femminicidio, bensì nere come la morte, con i tacchi alti a voler indicare il desiderio d’indipendenza di una donna. Richiamano anche l’usanza turca di lasciare le scarpe fuori di casa in segno di lutto.
In questo caso erano 880, perché 440 sono state donne uccise nel 2018. L’installazione è rimasta per sei mesi.
Qual è la tua reazione?
Sono nata a Magenta (MI) il 26/8/'80 e vivo a Meda (MB). Dopo la Maturità Classica (1999), mi sono laureata in Scienze della Formazione (Corso di Laurea in Scienze dell'Educazione ) con una tesi in Pedagogia Interculturale dal titolo "Donne e Islam: la questione del velo". Sono interessata ai diritti delle donne in generale ... ma amo anche il gossip e certe fiction. Sull'argomento ho pubblicato due racconti "Dopo la Notte" (Edizioni Il Filo, 2009), riguardante le donne musulmane, e "Soltanto Una Donna" ("Edizioni Albatros/Il Filo, 2011), su Olympe de Gouges, autrice della "Dichiarazione dei Diritti della Donna e della Cittadina" (1791).