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Bere Caffè fa bene al cervello? Ecco cosa hanno scoperto!

Bere Caffè fa bene al cervello? Ecco cosa hanno scoperto!

Bere Caffè fa bene al cervello? ecco cosa hanno scoperto!

Caffè e cervello: scopriamo se fa bene o fa male. Dato che è tra le bevande più consumate al mondo, non sono pochi gli studi che sono stati dedicati agli effetti del caffè sulla salute umana.

Bere Caffè fa bene al cervello? ecco cosa hanno scoperto!

E dato che il caffè è essenzialmente uno stimolante del sistema nervoso, la domanda viene spontanea: che effetti ha la caffeina sul cervello?

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Diciamo subito che in generale un consumo moderato di caffè si associa a precisi benefici per la salute, si parla tra l’altro anche di un rischio ridotto per il diabete e per le malattie del fegato.

Quanto al cervello e alla caffeina, le ultime ricerche sembrano piuttosto incoraggianti, per quanto concerne i processi cognitivi in generale.

I principi attivi del caffè

Molti dei composti che si trovano nel caffè (sono centinaia) sono degli antiossidanti e in quanto tali combattono i danni causati dai processi di ossidazione determinati dai radicali liberi. I principi attivi più importanti del caffè sono tre: la caffeina, gli acidi clorogenici e la trigonellina.

La caffeina, lo sappiamo, stimola il sistema nervoso centrale. Gli acidi clorogenici sono degli antiossidanti che possono avere un effetto positivo sul metabolismo in generale e su glicemia e ipertensione in particolare; la trigonellina con la tostatura diventa niacina, ovvero la vitamina B3.

Funzioni cognitive stimolate dalla caffeina

La caffeina stimola il rilascio di noradrenalina, dopamina e serotonina. Così facendo può migliorare aspetti dell’attività cerebrale come l’umore, i tempi di reazione, al vigilanza, la capacità di apprendimento, l’attenzione.

Va avvertito che un consumo abituale di caffeina può dare assuefazione e quindi si ha che col tempo per avere gli stessi effetti si devono aumentare le dosi. Si ritiene che in ogni caso non si dovrebbe superare la soglia dei 400 milligrammi al giorno.

Caffè e malattie neuro-degenerative

In definitiva possiamo dire che a breve termine il caffè può incidere positivamente sull’umore, sull’attenzione, sui tempi di reazione e sulle capacità di apprendimento. A lungo termine si ritiene che possa proteggere da malattie molto gravi come il Parkinson e l’Alzheimer.

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Sembra in effetti che un consumo regolare e moderato di caffè possa diminuire il rischio di sviluppare la demenza fino al 65 per cento: per ora si tratta di una correlazione, perché non sono ancora chiari i meccanismi di questa (supposta) azione protettiva.

 

 

 

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