Bayer accusata di aver manipolato i risultati di uno studio sui pesticidi che han fatto strage di api



Laureata in materie umanistiche, appassionata di fotografia, curiosa di cucina;…
Bayer accusata di aver manipolato i risultati di uno studio sui pesticidi che han fatto strage di api.
Il colosso farmaceutico di Leverkusen (Renania-Westfalia), produttore di un potente pesticida che uccide le api e altri insetti impollinatori, avrebbe manipolato i risultati di una ricerca sul tema.
Bayer accusata di aver manipolato i risultati di uno studio sui pesticidi che han fatto strage di api
Il colosso farmaceutico tedesco Bayer avrebbe fatto pressioni sui ricercatori dell’Università dell’Ohio riguardo a uno studio condotto per verificare la pericolosità per gli ecosistemi e gli insetti impollinatori di alcuni pesticidi prodotti dall’azienda. È quanto viene fuori da un report condiviso sul sito US Right to Know.
Secondo il portale statunitense, Bayer e altri produttori di pesticidi avrebbero pagato i ricercatori per influenzare i risultati delle ricerche sui propri prodotti chimici, adoperati su piantagioni di mais nel 2014 e nel 2015. La domanda era: questi pesticidi avevano danneggiato la salute delle api?
Ma non solo: Bayer e gli altri produttori avrebbero anche indotto i ricercatori a non pubblicare le foto che mostravano semi di mais gravemente danneggiati dalla presenza dei pesticidi.
Da dove venivano i soldi
L’argomento più forte a favore di Bayer e degli altri produttori era che i soldi con cui si era finanziata la ricerca li avevano messi loro, il che gli aveva permesso di intervenire nella correzione e nella revisione dello studio prima che questo venisse pubblicato ufficialmente.
I pesticidi oggetto d’interesse da parte dei ricercatori sono i neonicotinoidi (abbreviati in neonic): si tratta di sostanze chimiche adoperate spesso in agricoltura che non solo proteggono le piante dagli insetti che possono danneggiarle, ma uccidono anche gli impollinatori, come per esempio le api, che sono fondamentali per la sopravvivenza del’ecosistema.
La pericolosità di questi pesticidi non è una novità: già nel 2008 un’importante moria di api da miele avvenuta in Germania è stata ricollegata all’utilizzo di queste particolari sostanze.
In quell’occasione il rivestimento dei semi di mais, intriso di pesticida, si era disperso nell’aria uccidendo le api. Si trattava di pesticidi prodotti da Bayer. Stragi simili si sono verificate anche in Canada nel 2012 e nel 2013.
Nel 2014 l’associazione americana no profit Pollinator Partnership, in collaborazione con l’università del Maryland, ha dato vita al Corn Dust Research Consortium (CDRC), un ente il cui obiettivo era individuare e promuovere pratiche agricole più sostenibili, che riducessero al minimo l’esposizione degli insetti impollinatori ai pesticidi chimici.
Ottima iniziativa, si dirà, peccato che tra i suoi finanziatori vi siano aziende produttrici di pesticidi chimici come appunto Bayer, Syngenta e BASF.
Modifiche e omissioni
È stato il CDRC a sostenere lo studio della Ohio State University con due finanziamenti di 160 mila e 145 mila dollari. Lo studio ha monitorato gli effetti nel lungo periodo dei pesticidi sulla salute degli impollinatori e ha testato diverse soluzioni per evitare “nubi tossiche” di pesticidi sopra i campi coltivati.
Lo studio si è chiuso nel 2017 e i ricercatori hanno potuto pubblicare tutti i risultati e le conclusioni alle quali sono arrivati. Il che però non ha impedito che il testo fosse previamente approvato dai finanziatori, che avrebbero suggerito modifiche e omissioni in punti cruciali.
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Laureata in materie umanistiche, appassionata di fotografia, curiosa di cucina; interessata a tutto quello che succede intorno.