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Pfas e ftalati sono ovunque! Uno studio li rileva anche nelle ostriche. Inquietante!

Pfas e ftalati sono ovunque! Uno studio li rileva anche nelle ostriche. Inquietante!

Pfas e ftalati sono ovunque, purtroppo. Ve ne abbiamo già parlato in un nostro precedente articolo a proposito della pellicola alimentare, ma la notizia appena divulgata da GreenMe ha dell’inquietante.

Questi pericolosi composti chimici sono presenti anche nelle ostriche, secondo le recenti rilevazioni avvenute in Florida.

Sebbene siano considerate un alimento di lusso, sono anche una cartina tornasole per la salute del mare.

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I ricercatori dell’Università americana hanno così sezionato 156 molluschi nelle diverse zone della costa: da Marco Island a Biscayne Bay passando da Tampa Bay.

Ebbene, la contaminazione ha interessato il 100% del campione, con una concentrazione spaventosa a Biscayne Bay dove gli esemplari sono molto piccoli, forse proprio a causa della presenza di queste microparticelle.

La biologa Leila Lemos, infatti, ha registrato una corrispondenza tra lo spessore e il peso dei gusci e la percentuale di PFAS nelle acque.

Ma quali sono i rischi per la salute umana? Cerchiamo di capire meglio la questione, perché lo studio statunitense possa funzionare come allerta per una ricerca anche nei nostri mari.

Pfas e ftalati sono ovunque! Uno studio li rileva anche nelle ostriche. Inquietante!

Pfas e ftalati sono ovunque! Uno studio li rileva anche nelle ostriche. Inquietante!

Lo studio ha voluto approfondire le conseguenze per il benessere umano. Il fatto è che nonostante questo sia un cibo di nicchia, riservato a settore lusso, non è certo il solo ad essere contaminato.

Le ostriche, sentinelle del mare, sono servite da cartina tornasole per ampliare il raggio di rilevazione. E così, è evidente, che gran parte del pescato contiene tracce di pfas e ftalati, ma non solo. Anche l’acqua dei rubinetti di Palm Beach, Miami, Broward e Biscayne Bay ne è risultata inquinata. Questo comporta un potenziale effetto cocktail che il nostro organismo non è in grado di metabolizzare con conseguenze potenzialmente pericolosissime.

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Questi composti chimici, infatti, sono dei derivati del petroli, classificati dall’EPA (Environmental Protect Agency) come potenti interferenti endocrini. In parole povere, possono compromettere i processi ormonali, responsabili dello sviluppo, alterando la riproduzione cellulare.

Ecco perché sarebbe bene procedere con una rilevazione a tappeto anche nelle acque dei nostri mari, onde scongiurare il rischio di venirne inconsapevolmente intossicati.

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