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Esporre al sole i bambini può proteggerli dalla sclerosi multipla? Ecco cosa dice uno studio

Esporre al sole i bambini può proteggerli dalla sclerosi multipla? Ecco cosa dice uno studio

Esporre al sole i bambini può proteggerli dalla sclerosi multipla?

Si stima che nel mondo siano più di due milioni le persone che hanno ricevuto una diagnosi di sclerosi multipla. Anche se la malattia di solito si manifesta tra i 20 e i 50 anni, tra il 3 e il 10 per cento dei malati manifesta sintomi anche prima dei 18 anni.

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Esporre al sole i bambini può proteggerli dalla sclerosi multipla?

I fattori di rischio

Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Neurology ha trovato che può esserci un legame tra il tempo trascorso da piccoli all’aria aperta e un rischio più basso di contrarre la sclerosi multipla.

In particolare la ricerca suggerisce che abbiano un rischio più basso di sviluppare la malattia i bambini esposti al sole nel loro primo anno di vita.

Fattori diversi

Per come capiamo la malattia al momento, la sclerosi sembra dipendere da un insieme di fattori: predisposizione genetica, ridotta esposizione al sole, ridotta esposizione alla radiazione ultravioletta e bassa concentrazione di vitamina D.

Ci sono già state ricerche sul legame tra il sole e la SM, ma queste avevano riguardato gli adulti. Il nuovo studio di cui parliamo qui si è concentrato invece su bambini, adolescenti e giovani adulti fino ai 22 anni di età.

Metodi e risultati

I ricercatori hanno reclutato pazienti da 16 ospedali pediatrici di tutti gli Stati Uniti. Nel campione erano compresi soggetti che avevano avuto una diagnosi di SM prima dei 18 anni (330 soggetti).

I soggetti del gruppo di controllo (530 persone) non avevano una storia di malattie autoimmuni, né ce n’erano nelle loro famiglie. Questi sono stati reclutati negli stessi ospedali da cui venivano i soggetti malati ed erano della stessa età e sesso.

A tutti i pazienti e ai loro tutori sono stati dati da compilare questionari nei quali tra l’altro si chiedeva se i soggetti avessero trascorso del tempo all’aperto negli anni precedenti e se avessero usato protezioni come cappelli, vestiti o crema solare.

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Il calcolo della esposizione agli ultravioletti è stato fatto tenendo conto del luogo di nascita e di residenza dei soggetti al tempo della ricerca. A tutti i pazienti sono stati anche prelevati campioni di sangue.

Da mezzora e un’ora di sole

I ricercatori hanno anche tenuto conto di fattori quali l’esposizione al fumo e il sesso biologico dei partecipanti.

Dalla loro analisi dei dati è emerso, in buona sostanza, che i soggetti che avevano trascorso tra i 30 e i 60 minuti al giorno all’aria aperta nell’estate precedente allo studio avevano il 50 per cento in meno di probabilità di sviluppare SM.

Se poi il tempo trascorso al sole era compreso tra una e due ore, il rischio diminuiva addirittura dell’81 per cento.

Tra i punti di forza dello studio l’ampiezza del campione. Tra i punti di debolezza il possibile errore nel ricordo dei partecipanti.

In ogni caso, c’è sicuramente bisogno di sapere di più circa il nesso tra esposizione al sole e rischio di sviluppare SM. Per ora si parla di associazione: occorre indagare sul possibile nesso di causalità.

 

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