Bisfenolo nei contenitori di cibo: gravi conseguenze per la salute, i risultati dei test
Laureata in materie umanistiche, appassionata di fotografia, curiosa di cucina;…
Bisfenolo nei contenitori di cibo: perché bisogna stare in guardia.
Il bisfenolo, o BPA, è una sostanza chimica che si adopera in svariati settori industriali sin dagli anni ’60. Serve a migliorare la resistenza dei contenitori a uso alimentare, come le lattine e le scatolette; ci riferiamo in particolare al rivestimento protettivo interno che troviamo in alcune confezioni che contengono carne, pesce e panna, e in generale nei piatti pronti e nei cartoni della pizza.
Riguardo a questa sostanza, come del resto a molte altre, fin dagli anni Novanta è stata denunciata la possibilità di contaminazione. Ovvero si è denunciata la possibilità che il bisfenolo possa trasferirsi dalla scatoletta al cibo che questa contiene.
In alcuni paesi, per esempio in Spagna, se ne è vietato l’uso nelle nuove plastiche.
Associazioni e organizzazioni a tutela dei consumatori fanno eseguire periodicamente dei test su campioni di prodotti alimentari almeno dal 2015. Cerchiamo di capire qual è la situazione attuale e quali le prospettive.
Bisfenolo nei contenitori di cibo: perché bisogna stare in guardia
Gli effetti del bisfenolo sulla salute umana non sono ancora del tutto dimostrati appieno. Tuttavia, svariati enti sono d’accordo sul fatto che la grande presenza di questa sostanza nell’ambiente ci espone a un contatto pressoché continuo. Anche perché, ricordiamo, il bisfenolo lo troviamo non solo nelle scatolette, ma anche nella carta termica, negli scontrini fiscali, e persino in alcuni dispositivi odontoiatrici.
Sembra che un prolungato contatto col bisfenolo porti a un rischio più alto di contrarre neoplasie. Ma gli effetti di questa sostanza si produrrebbero anche sul sistema endocrino, compromettendo l’equilibrio ormonale e la salute riproduttiva.
Come si vede, si sta parlando di effetti molto pesanti, anche se finora non c’è la prova indiscutibile di un nesso di causalità diretto tra l’esposizione al bisfenolo e il manifestarsi di queste patologie o disfunzioni.
La buona notizia è che la presenza di questa sostanza nelle lattine e in altri contenitori sembra stia diminuendo. Segno che c’è più attenzione da parte di tutte le realtà coinvolte (si pensi alla legge spagnola ricordata sopra), anche se la mancanza di omogeneità nelle regolamentazioni dei singoli paesi porta spesso a rallentamenti e intoppi nella tutela dei consumatori.
Dal punto di vista dell’utente finale, l’unica cosa che si può fare è evitare per quanto possibile il consumo frequente di cibi in lattina, come per esempio il tonno.
Meglio i cibi freschi, frutta e verdura, e non esagerare con gli alimenti raffinati, industriali e/o precotti.
Qual è la tua reazione?
Laureata in materie umanistiche, appassionata di fotografia, curiosa di cucina; interessata a tutto quello che succede intorno.