Tra sole, mare, cloro, vento, sabbia e salsedine, gli shampoo riparatori stanno attraversando un periodo di gloria. Ma non sono tutti uguali, anzi!
Iniziamo con il dire che il termine utilizzato per classificarli non è corretto.
I fusti dei capelli sono costituiti principalmente da cheratina e melanina (responsabile della loro colorazione), sostanze cornee che non possono essere riparate, una volta danneggiate.
Ciò che un cosmetico apposito può fare è semplicemente migliorare il loro aspetto, non certo curarlo.
È su queste basi e sulla capacità di richiudere le squame che ha voluto indagare la rivista tedesca Oko-test. Nei suoi laboratori ha analizzato 50 prodotti; 18 dei quali hanno superato il test per assenza di componenti controverse per il benessere nostro e del pianeta.
I marchi considerati in questa indagine sono presenti per lo più in Germania, ma alcuni vengono distribuita anche sul nostro suolo nazionale.
Curiose di scoprire quanto rilevato? Iniziamo.
A diramare i risultati delle analisi tedesche è GreenMe dalle sue pagine on-line. Ma non si limita a comunicare i vincitori di questo test. La rivista italiana a tutela della salute nostra e ambientale ci spiega anche che il fine non è stato quello di valutare quanto realmente i prodotti riparassero i capelli, dal momento che è una promessa falsa. Le valutazioni si sono focalizzate sulla presenza o meno di ingredienti controversi nelle formulazioni, marchio per marchio.
Come prevedibile, tali sostanze sono normalmente impiegate in parecchi shampoo, pur sempre nel rispetto delle normative internazionali, quindi in percentuali minime.
Tra queste troviamo:
Ma veniamo all’individuazione dei prodotti migliori: sono in tutto 18, ma solo 3 sono distribuiti anche dal mercato italiano:
Tra quelli che ottengono una valutazione buona, potete trovare: