Come conservare la farina: fai così e durerà tantissimo!
Conservare la farina intatta non è facile come si crede! Esistono molte dicerie errate a questo riguardo e alcuni consigli potrebbero compromettere la sua integrità e renderla inutilizzabile.
Eppure è uno degli ingredienti più utili in cucina! Dovremmo averne massimo rispetto!
Con il suo ausilio possiamo preparare un’infinità di manicaretti: biscotti, lievitati, torte, sfoglie, bignè, pane, pizza, focaccia. Insomma chi più ne ha, più ne metta. Certo la quarantena di tre anni fa ci aveva rese tutte cuoche, da improvvisate a esperte e la farina non faceva in tempo ad arrivare nelle nostre cucine, che spariva perché veniva immediatamente impiegata nella realizzazione di una serie infinita di manicaretti. Ma oggi? L’acquistiamo, la usiamo e se non la finiamo? Meglio imparare a conservarla correttamente!
Per conservare la farina nel modo migliore, annota questi trucchetti
Se avete letto che la farina può essere conservata in frigorifero o addirittura congelata e avete seguito il consiglio, correte ai ripari e toglietela immediatamente da lì! Nulla di più sbagliato!
La farina patisce se viene a contatto con l’umidità. In frigorifero o in freezer, infatti, la condensa è sintomatica di un eccesso di vapore acqueo, e se ne impregna, diventa inutilizzabile. Colore, sapore e consistenza virano, deteriorandola.
Per mantenerla inalterata a lungo, deve essere riposta in un luogo secco e asciutto come la dispensa, i pensili della cucina, il ripostiglio per gli alimenti. Una volta aperta, poi, va sigillata, ma non in una busta. La carta in cui è confezionata finirebbe per “sudare” soffocata dalla plastica e la ritroveremmo madida di umidità, soprattutto d’estate.
O la lasciamo al suo interno e la fermiamo con una pinza apposita (vanno bene anche quelle per il bucato), oppure la travasiamo in un contenitore di vetro con chiusura ermetica, avvitiamo il coperchio e la riponiamo su uno scaffale, al riparo da luce, calore e sbalzi eccessivi di temperatura.
In questo modo eviteremo che venga a contatto con l’aria, con germi e batteri che possono contribuire alla formazione delle famose farfalline, tanto temibili per la salubrità degli alimenti.
E ora che sapete davvero come trattare questo ingrediente prezioso, riservategli tutte le accortezze del caso!
Qual è la tua reazione?
Classe 1974, in tasca la maturità classica, una laurea in Filosofia e un master specialistico in Comunicazioni Sociali all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Scrivere è la mia passione, i miei figli sono la mia vita! Donna, certo, ma come tutte, a volte Up, a volte down; femmina sempre, come la guerra.