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Turchia: un enorme muro di scarpe istallato per commemorare la morte di 440 Donne uccise dai propri mariti

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In Turchia, a Istanbul, è stato eretto il muro di scarpe. In totale erano 440 paia, tutte appese alle pareti di due edifici centralissimi: uno nel quartiere Beyoğlu e l’altro a Kabataş.

Chi è l’artista che ha deciso di ideare un monumento tanto singolare? Perché una scelta così inquietante e sotto gli occhi di tutti? A cosa rimandano quelle calzature femminili impilate in un’angosciosa sequenza che arriva a toccare il cielo?

L’artista che ha ideato questa toccante installazione è Vahit Tuna. Ha appeso un paio di scarpe in memoria di ogni donna uccisa dal marito in Turchia nel 2018, su uno spazio totale di 260 metri quadrati. Chiunque attraversasse quei quartieri, nel 2018, non poteva ignorarle! E il monito era altamente evocativo!

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Pronte a scoprire meglio tutte le ragioni sottostanti? Iniziamo!

Il muro di scarpe innalzato in Turchia

Un’antica tradizione turca racconta che quando muore un familiare, fuori dalla porta di casa, vengono poste le sue calzature, un oggetto ormai inutilizzabile dalla persona che è venuta a mancare. Le ragioni sono tante, così rissumibili:

  • per segnalarne il passaggio a miglior vita,
  • perché la comunità venga a conoscenza del decesso,
  • per invitare i credenti alla preghiera,
  • per richiamare l’attenzione sulla caducità umana.

Ecco, allora, che sfruttando l’onda emotiva di un’usanza arcaica, Tuna ha inteso sensibilizzare l’attenzione pubblica sulla violenza domestica. Basta tacere, basta minimizzare! Il problema è gravissimo!

Lo scopo dichiarato era quello di ricordare le vittime di femminicidio, una ferita aperta anche nel nostro Paese. L’opera voleva, quindi, invitare i passanti ad aprire gli occhi, a vigilare perché quelle povere donne non fossero morte in vano. Erano tutte scarpe con il tacco alto, nere e lucidissime. Svettavano sfidando la sorte per declamare l’indipendenza e la libertà delle donne. Lì sono rimaste appese per 6 mesi. 

Nel 2017, le rilevazioni di settore avevano, infatti, mostrato che i fautori del 58% dei femminicidi dell’intero pianeta erano stati per lo più mariti o fidanzati, o familiari stretti, tutti maschi. La questione era gravissima e sempre più diffusa. 

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La Turchia non è l’unico stato in cui questo tipo di violenza è diffusa, anche in Italia tra il 2000 e il 2018, le donne uccise sono state più di 3.100, oltre 3 a settimana.

Il 72 % sono state uccise da un parente o da un ex fidanzato:

  • il 30,6% per gelosia,
  • il 25% in seguito ad un litigio,
  • il 22,2% per malattie psichiche,
  • il 12% per disabilità della vittima.

La fonte è autorevole, le rilevazioni sono state condotte da Eures.

Il muro di scarpe lancia dalla Turchia un urlo con non possiamo fingere di sentire! 

Francesca

Classe 1974, in tasca la maturità classica, una laurea in Filosofia e un master specialistico in Comunicazioni Sociali all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Scrivere è la mia passione, i miei figli sono la mia vita! Donna, certo, ma come tutte, a volte Up, a volte down; femmina sempre, come la guerra.