L’olio di cocco è pericoloso? In alcuni casi sì, scopriamo insieme perché.

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L’olio di cocco sembra un elisir perfetto per ogni cosa, ma siete sicure che sia così?

Sicuramente risolve alcune problematiche, ma in alcuni casi potrebbe addirittura risultare controproducente. Gli esperti di biochimica, infatti, hanno voluto andare maggiormente a fondo circa questo ingrediente che sta riscuotendo sempre maggior popolarità e hanno scoperto che non può essere considerato benefico a 360°.

Curiose di scoprire pregi e difetti di questo possibile alleato di salute e bellezza? Iniziamo!

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L’olio di cocco può essere nocivo per i capelli e per la pelle

Se avete letto che l’olio di cocco sia benefico per i capelli, prima di applicarlo dovete valutare alcune vostre caratteristiche personali. Se la vostra chioma è riccia, crespa o trattata chimicamente, rinunciatevi a priori, peggiorereste la situazione. Infatti, l’acido ialaurico ivi contenuto rischierebbe di renderla ancora più spenta e opaca, sicuramente meno elastica e voluminosa. Usatelo solo se i fusti sono sottili o di medio spessore, liscio o leggermente mossi, ma senza esagerare con le quantità.

Per quanto riguarda la skincare del viso, invece, la questione si fa ancora più complessa. Purtroppo, questo prodotto è risultato comedogenico, ossia controindicato per chi ha la pelle grassa o soffre di acne. La sua composizione, infatti, può incrementare la presenza di brufoli, sfoghi cutanei, punti neri e pori dilatati.

Ma non finisce qui: non sembra risolutivo neppure per chi ha l’epidermide secca, perché le proprietà idratanti ed emollienti dell’olio di cocco non hanno un peso specifico tale da permettergli di penetrare in profondità, nutrendo il derma. In breve, risulta irrilevante per contrastare rughe e rilassamento. Meglio ricorrere a quello di Argan!

Per quanto riguarda la sua formulazione alimentare e non cosmetica, infine, la quantità di acidi grassi saturi contenuti non lo rende adatto ad un consumo quotidiano. In breve, come da raccomandazione dell’OMS (l’Organizzazione Mondiale dalla Sanità), meglio prediligere l’olio d’oliva, in grado davvero di contrastare il colesterolo LDL, quello “nocivo” per intenderci e di prevenire le malattie cardiovascolari.

Cosa fare allora se ormai ì presente nella dispensa o nell’armadietto del bagno? Utilizzarlo cum grano salis, come direbbero i saggi latini, ossia con attenzione, senza esagerare e senza aspettarvi il miracolo!

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Francesca

Classe 1974, in tasca la maturità classica, una laurea in Filosofia e un master specialistico in Comunicazioni Sociali all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Scrivere è la mia passione, i miei figli sono la mia vita! Donna, certo, ma come tutte, a volte Up, a volte down; femmina sempre, come la guerra.