L’intelligenza dei figli discende dalla mamma: lo dice la scienza!

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Ebbene sì, signore mie, l’intelligenza dei figli è trasmessa per via materna. A dirlo è la scienza.

E il pensiero di noi donne moderne, ma non troppo quando si parla di progenie, vola alla banalità della scoperta. Senza volerlo, dalle nostre labbra esce un’esclamazione spontanea: “ci mancherebbe altro!”.

In effetti, siamo noi che per 40 interminabili settimane portiamo in grembo i bebè; li partoriamo con dolore e tribolazione; e poi li allattiamo, li accudiamo, insegniamo loro tutto, ma proprio tutto. Ci meritiamo, quindi, che gli sforzi profusi dalla gestazione alla maturità intellettuale vengano ripagati con la riconoscenza e i riconoscimenti.

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D’accordo! Ma se poi le nostre sensazioni vengono addirittura avallate da uno studio scientifico di Psychology Spot, allora siamo proprio a cavallo! Pronte a saperne di più? E certo che sì, siamo così intelligenti anche perché assetate di conoscenza. Via!

L’intelligenza dei figli discende dalla mamma: lo dice la scienza!

Come si è giunti a questa conclusione? Il primo a teorizzare la discendenza intellettiva per via materna è stato Robert Lehrke; tesi avvallata poi da una recente ricerca scientifica condotta dall’Università di Ulm.

Qui è emerso che i geni preposti allo sviluppo delle abilità cognitive si troverebbero nel cromosoma X. Noi donne siamo fornite di ben 2 cromosomi X, mentre l’uomo ne possiede uno soltanto (e l’altro è, notoriamente, il cromosoma Y). Quindi, i nostri figli hanno possibilità decisamente inferiori che la loro intelligenza venga trasmessa dal padre.

Inoltre, pare che l’intelligenza si trovi in particolari geni, dotati di una sorta di etichetta biochimica: il che ha permesso il tracciamento delle loro origini. Risultato: tali geni verrebbero attivati, nel neonato, solo se ereditati per via materna, mentre sarebbero da lui disattivati se discendono dal papà.

Ora, vi verrà da sorridere, ma c’è di più! Sembra infatti che gli scienziati abbiano trovato tracce paterne nell’ipotalamo e nell’amigdala, insomma nelle zone preposte al controllo del sesso, della fame e dall’aggressività. Le stesse tracce, però, sarebbero completamente assenti nella corteccia cerebrale, laddove avviene lo sviluppo dell’attività intellettuale, del pensiero e del linguaggio. Qui è stata riscontrata solo la presenza delle cellule materne!

Ok, abbiamo fatto strike! Ma non gridiamo alla vittoria. Non basta trasmettere l’intelligenza, bisogna crescerla, nutrirla, alimentarla con le interazioni, la cura, la stimolazione.

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Buon lavoro, mamme! 

Francesca

Classe 1974, in tasca la maturità classica, una laurea in Filosofia e un master specialistico in Comunicazioni Sociali all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Scrivere è la mia passione, i miei figli sono la mia vita! Donna, certo, ma come tutte, a volte Up, a volte down; femmina sempre, come la guerra.