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Farina di grillo: prima di acquistare qualsiasi prodotto, verifica questo dettaglio sull’etichetta

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La farina di grillo sta approdando nel Vecchio Continente, ma non tutti sono così convinti di volerla.

Come fare ad escluderla dalla propria tavola dal momento che moltissimi prodotti la conterranno?

Possiamo difenderci con un po’ di accortezza e saremo al riparo da qualsiasi fraintendimento.

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Vediamo insieme come.

Farina di grillo: cos’è?

Il regolamento UE numero 5 del 2023 permette l’introduzione della farina di grillo nel mercato europeo. Si tratta di una polvere sgrassata e ottenuta a partire da questi insetti essiccati, che in gergo scientifico prendono il nome di acheta domesticus.

L’azienda produttrice è vietnamita, la Cricket One Co. Ltd, e chiede fin dal l luglio 2019 di poter commercializzare il suo prodotto alle nostre latitudini.

Così, in Italia un pastificio artigiano cuneese e un fornaio torinese, Enrico Murdocco hanno iniziato per primi ad utilizzarla.

E se ne fa un gran parlare, tra sostenitori e detrattori. Sono nate già una serie di leggende metropolitane che è bene sfatare. La più incredibile, però, sembra essere quella secondo cui questa farina possa essere utilizzata per produrre qualsiasi alimento senza la necessità di informare i consumatori finali.

Non lasciatevi coinvolgere in potenziali complotti inesistenti! Abbiamo a disposizione tutti i mezzi per evitare di consumarla, se non lo vogliamo.

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Cosa verificare in caso di acquisto

La farina di grillo appartiene al filone delle farine proteiche. Questo alimento in generale è destinato al mercato dei vegani o dei vegetariani e normalmente deriva dalla macinazione di legumi. Sono in generale da evitarsi, nel caso la propria dieta sia completa.

Alcuni sostengono che semplice dicitura “proteine” in etichetta sia sintomatica della presenza di grilli polverizzati. Non è così!

Il mercato è regolato da norme europee che vincolano il produttore a indicare in etichetta la presenza di farina di grillo, secondo il regolamento UE n. 5 del 2023. Le ragioni sono molteplici, non ultima quella che tale alimento potrebbe scatenare una reazione pericolosa nei soggetti allergici a molluschi, acari e crostacei. Non è quindi una questione da prendere sotto gamba!

Ciò che ci mette al riparo da possibili sviste è proprio la necessità da parte di produttori e distributori di riportare dettagliatamente gli allergeni presenti. E tra questi, da ora in avanti ci sarà eventualmente anche la farina di grillo, secondo una richiesta esplicitata dall’UE nel regolamento 1169 nel 2011. E la dicitura, in questo caso, sarà duplice, ossia verrà impresso sia il nome scientifico acheta domesticus, sia quello comune grillo domestico.

Ciò che ci auguriamo, allora, non è soltanto avervi reso un servizio di informazione chiaro e rincuorante, ma anche una maggiore leggibilità in termini di dimensione dei caratteri sulle confezioni, in modo che possa essere immediatamente decifrata la nomenclatura di nostro interesse, per poter fare un scelta consapevole sempre.

Francesca

Classe 1974, in tasca la maturità classica, una laurea in Filosofia e un master specialistico in Comunicazioni Sociali all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Scrivere è la mia passione, i miei figli sono la mia vita! Donna, certo, ma come tutte, a volte Up, a volte down; femmina sempre, come la guerra.