Era luglio scorso e già iniziava il tam tam massmediatico: “ Sta finendo nei supermercati!”.
La prima a lanciare l’allarmante notizia, fu Sant’Anna riferendosi alla sua acqua frizzante. I motivi della sua carenza erano tutti riconducibili alla mancanza di anidride carbonica.
Le acque gasate, infatti, sgorgano naturali alla fonte e vengono successivamente addizionate di CO2: senza questo “ingrediente” magico, non si ottengono le amatissime bollicine. Da allora, l’effetto domino ha colpito anche altre aziende come Pejo, San Pellegrino e Gocce di Carnia, fino ad arrivare alla birra (qui il nostro articolo).
La mancanza di anidride carbonica ha già penalizzato il fatturato della società di Vinadio (CN) del 30%.
Ma oggi, la situazione è ancora più grave, perché sempre Sant’Anna annuncia che il settore è in crisi a causa della siccità con disastrose ripercussioni sulla fornitura di bottiglie.
È l’amministratore delegato dell’azienda in persona, Alberto Bertone, a spiegarci nel dettaglio i rischi incontro a cui sta andando l’intero settore.
Sta finendo nei supermercati e non possiamo vivere senza! La situazione è gravissima!
Manca l’acqua, non tanto o meglio non solo nei supermercati, ma anche, soprattutto alla fonte.
Sorgenti, falde e torrenti hanno perso ricchezza, portata e gettito fino a 5 volte tanto rispetto al passato. L’area più colpita è il Nord Ovest, dove da due anni piove e nevica sempre più di rado.
E questo autunno secco, mite, con temperature quasi estive ha ulteriormente gravato sulla situazione generale.
Come rimediare ad un disastro in primis ambientale, ma non solo? L’economia langue, le famiglie italiane non possono certo rinunciare all’acqua, l’essere umano non sopravvive senza!
A detta degli esperti, la soluzione risiederebbe in un aumento immediato degli invasi, in modo da poter incanalare l’acqua piovana e snellire le procedure. Ma non è semplice. Spesso impedimenti burocratici rallentano la realizzazione di strutture di raccolta o l’opposizione di un singolo si interpone con l’avvio di opere necessarie per l’intera comunità.
C’è da augurarsi che quanto prima il clima possa cambiare, ma anche che nel mentre si possano approntare nuovi bacini per poter riavviare l’intero sistema e non trovare gli scaffali vuoti!