Quando qualcuno di ferisce lascia fare al karma.
Quando qualcuno ci fa del male intenzionalmente, la prima cosa che vorremmo fare è ripagare quella persona della stessa moneta, e anche alla svelta.
Ma non c’è bisogno di essere profondissimi pensatori per rendersi conto che impegnare le proprie energie fisiche e nervose nella vendetta si risolve in uno spreco di tempo, perché ci distoglie dal nostro compito principale: vivere bene la nostra vita.
E dunque, in definitiva, la miglior vendetta è per l’appunto cercare di vivere al meglio i nostri giorni. Saranno i nostri risultati sbattuti in faccia a chi ci vuole male la nostra miglior rivincita.
E poi, state sicuri, chi ci ha fatto del male di solito la sua punizione la incontra sotto forma di un rovescio di fortuna. Chiamatela giustizia retributiva.
Se volete potete chiamarla anche karma, ma si può dire che sia anche una legge della vita. Come quel che viene sparato in aria prima o poi ricasca, così le cattive azioni prima o poi presentano il conto.
E di solito lo fanno con gli interessi.
Noi, per conto nostro, evitiamo di perdere tempo a consumarci nel desiderio di vendetta: non porta a niente e come si diceva sopra ci distoglie dal nostro compito fondamentale: cercare di essere felici qui e ora.
Avete mai visto una persona che odia felice? No, perché odio e felicità si elidono a vicenda.
L’unica è mettersi sulla riva del fiume e aspettare con pazienza. Prima o poi la corrente si porterà verso la foce il “cadavere” (metaforico) del vostro nemico.
E anche se ciò non accadesse, voi comunque non avrete sprecato la vita a cercare la vendetta, ed è questa, la miglior vendetta: “Tu mi volevi male e mi hai fatto del male, ma io ce l’ho fatta nonostante quelli come te. Eccomi qua, più forte di prima…”.
Tu chiamale, se vuoi, soddisfazioni.