Aggiungere erbe e spezie al cibo abbassa la pressione, lo dice una ricerca
Condire i cibi di tutti i giorni con dosi abbondanti di erbe e spezie può far bene non solo al gusto, ma anche al cuore. Lo dice una ricerca condotta da studiosi della facoltà di scienze della nutrizione della Texas Tech University (Stati Uniti).
I ricercatori hanno visto che aggiungendo 6 grammi e mezzo di erbe e spezie tutti i giorni alla dieta di un gruppo di soggetti per quattro settimane alla fine del periodo si ottenevano valori di pressione sistolica (quella misurata quando il cuore si contrae, la “massima”) più bassi di quelli misurati all’inizio della ricerca.
Aggiungere erbe e spezie al cibo abbassa la pressione, lo dice una ricerca.
Più spezie meno sale, ma è tutto qui?
Un motivo di questa diminuzione potrebbe risiedere nel fatto che aggiungere spezie ai cibi li rende più appetibili senza bisogno di aggiungere anche il sale, che come si sa è un fattore di rischio per la pressione alta.
Ma naturalmente questo è un effetto indiretto dell’assunzione di spezie. Gli studiosi texani con la loro ricerca hanno voluto indagare se erbe e spezie abbiano anche un effetto tutto loro sulla pressione, se cioè la possono abbassare per delle qualità intrinseche.
Per rispondere a questo interrogativo i ricercatori hanno reclutato 71 persone con vari fattori di rischio per le malattie di cuore.
Ogni partecipante ha consumato volta a volta tutte e tre le diete proposte (bassa, moderata e alta quantità di erbe e spezie), in ordine casuale e ognuna per quattro settimane, con degli intervalli di due settimane tra un periodo e l’altro.
La dieta era una tipica dieta americana, con però l’aggiunta, volta a volta, di una dose di spezie bassa, moderata o alta (0,5 grammi, 3,2 grammi e 6,5 grammi rispettivamente)
Le dosi includevano una mescolanza di 24 differenti erbe e spezie: dal basilico alla curcuma, dal timo alla cannella.
I ricercatori hanno trovato che i partecipanti che avevano consumato la dose più alta avevano una pressione sistolica più bassa rispetto a quando avevano consumato la dose media e lo stesso si è visto anche per la pressione minima (la diastolica).
Una dieta “normale”
Come notano gli autori dello studio, i risultati sono ancora più significativi se si tiene conto del fatto che la dieta somministrata ai pazienti non era stata pensata per essere “amica del cuore” e che l’unica differenza rispetto a una dieta “normale” era l’aggiunta delle spezie.
In particolare, e il punto è forse ancora più significativo, la dieta proposta ai 71 pazienti non era a basso tenore di sodio e quindi gli studiosi si chiedono se in quel caso i risultati non sarebbero stati ancora più incoraggianti.