Che le fragole siano piene di pesticidi non è certo una novità, ma che una varietà su tutte sia da evitare per i rischi che comporta, è una notizia freschissima. Cosa sta succedendo?
Prima di iniziare, facciamo un breve excursus sulle loro proprietà nutritive.
Golose, succose ed invitanti, sono amatissime da grandi e piccini: al naturale, come ingredienti per gelati, mousse, torte e marmellate, regalano un sapore rotondo e appagante al palato, a patto di non esserne allergici, ovviamente.
Contengono una percentuale minima di grassi (3%), a fronte di pochissime calorie (32 x 100 g), sono altamente idratanti (91% di acqua). Apportano sali minerali quali potassio (190 mg), fosforo (26 mg) e calcio (25 mg). Sono una fonte inestimabile di vitamina C. Se, ad esempio, consumate una ciotola colma di fragole, arrivate a superarne il fabbisogno giornaliero (150% di vitamina C).
I benefici per l’organismo sono molteplici: innalzano le difese immunitarie, combattono i radicali liberi, rinforzano la struttura dermica, collaborano alla salute della vista, abbassano il colesterolo cattivo, regolano la pressione sanguigna.
Attenzione, però, essendo delicatissime, sono soggette all’attacco di parassiti. Per questo motivo, spesso, molti produttori le trattano abusando di pesticidi.
Scopriamo, insieme, quali varietà evitare.
Fragole piene di pesticidi! Non comprare questa varietà: è in tutti i supermercati
Se intendete acquistare le fragole per un pieno di energie senza imbattervi in prodotti contaminati, annusatele, devono avere un profumo intenso e genuino. Osservate che non presentino puntini neri (presenza di nitrati); verificate poi che non abbiano una colorazione troppo accesa, i frutti al naturale non sono perfetti.
Le fragole commercializzate dalla media e grande distribuzione italiana provengono per lo più dalla Spagna, per la precisione dall’Andalusia. Il clima del luogo e la conformità territoriale hanno dato vita ad una coltivazione immensa, che si estende per più di 5.300 ettari in una zona, però, povera di acqua. Peccato che per un chilo di questi frutti siano necessari quasi 300 litri di acqua (280 circa). Parrebbe che per facilitare l’irrigazione, gli spagnoli abbiano scavato pozzi molto profondi e non a norma di legge, mettendo a rischio la biodiversità. Per questa ragione, dalla pagine di Okotest, nota rivista tedesca a tutela del consumatore, arriva l’invito perentorio a verificare la provenienza controllando l’etichetta per evitare di acquistare la varietà spagnola.
Prediligetele biologiche, possibilmente a chilometro zero!