Colesterolo: conosciamolo un po’ più da vicino e sfatiamo alcuni miti
Il colesterolo è una componente essenziale delle membrane cellulari di tutti gli animali. Pertanto, a dispetto della sua cattiva fama, è una sostanza essenziale per la vita.
È anche vero, però, che se è presente a livelli eccessivi può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari.
Questo perché questa sostanza, assieme ai grassi e al calcio, può formare delle placche sulle pareti delle arterie, placche che col tempo ne ostruiscono il lume e possono causare ictus e infarto.
Negli Stati Uniti nel 2016 si stimava che il 12 per cento delle persone con più di 20 anni avesse la colesterolemia alta. L’Organizzazione mondiale della sanità stima dal canto suo che ogni anno nel mondo siano più di due milioni e mezzo le morti legate a valori troppo elevati di questa sostanza.
Troppo colesterolo fa male, dunque, ma non tutto ciò che sappiamo (o crediamo di sapere) su questa sostanza è vero.
Qui di seguito affrontiamo 5 miti e spieghiamo perché non sono veri.
Uno. Non è sempre cattivo
Non solo è essenziale per le membrane cellulari, come si diceva, ma anche per la sintesi degli ormoni steroidei, della vitamina D e della bile. Insomma, troppo fa male, ma senza non potremmo vivere.
Due. “Non sono in sovrappeso, quindi non posso avere il colesterolo alto!”
Sbagliato. I livelli di colesterolo non dipendono solo da quanto e da che cosa mangiamo, ma anche dalla nostra genetica, sicché è possibilissimo che una persona normopeso non riesca a metabolizzare il colesterolo in maniera efficiente.
Non a caso, si parla talvolta di ipercolesterolemia famigliare quando ci sono più casi nella stessa famiglia, il che dimostra che in certi casi il colesterolo alto ha una base genetica.
In altri termini, anche se una persona è normopeso, il suo colesterolo può esser ugualmente sballato, come pure può accadere che persone in sovrappeso abbiano il colesterolo normale.
Tre. “Avrei dei sintomi, se fosse alto”
Nella maggior parte dei casi il colesterolo alto non dà sintomi. Ecco perché i medici consigliano di fare esami periodici della colesterolemia.
Gli unici sintomi che può dare l’ipercolesterolemia, purtroppo, sono quelli tardivi, ovvero ictus e infarto, ma a quel punto è ovvio che è troppo tardi per fare qualcosa.
Quattro. “Se assumo molto colesterolo, avrò il colesterolo alto”
Non necessariamente. La questione è un pochino più complessa. Il colesterolo che assumiamo non sta in una relazione diretta con quello misurato negli esami del sangue. Consumare zuccheri e/o carboidrati semplici può dare livelli elevati di colesterolo anche se non se ne assume molto con la dieta (poca carne rossa, poche uova e pochi formaggi).
Inoltre le persone che fanno esercizio fisico hanno una minore probabilità di avere il colesterolo alto anche se ne assumono con cibo.
Cinque. Tutto dovrebbero puntare ad avere gli stessi livelli di colesterolo
Falso. Tutto dipende dalla storia clinica di ciascuno. Se una persona ha precedenti di infarto o ictus, dovrà limitare l’assunzione di colesterolo molto più di una persona senza quella storia clinica.
Più in concreto: una persona senza precedenti di malattie cardiovascolari dovrebbe puntare ad avere 100 milligrammi di colesterolo per decilitro di sangue, mentre per una persona che ha sofferto di infarto o ictus il limite da non superare dovrebbe essere 70 mg/dl o anche inferiore.
Ecco perché le tabelle delle associazioni mediche sono molto diversificate.