Avena, la dose giusta per abbassare il colesterolo e la glicemia
La farina d’avena è un alimento assai salutare e anche molto adattabile. Si può consumare praticamente così com’è, ma può anche costituire la base per molte interessanti ricette.
Sono sempre di più le persone che la inseriscono nella loro dieta quotidiana, il che non meraviglia, dati i benefici che questo cereale porta con sé.
Qui di seguito ti illustriamo i due principali vantaggi che comporta includere la farina di avena nella dieta giornaliera: fondamentalmente aiuta in primo luogo a tenere sotto controllo il colesterolo e in secondo luogo i livelli degli zuccheri nel sangue.
Insomma, la possiamo considerare un’arma in più contro il diabete e le malattie cardiovascolari.
Avena, la dose giusta per abbassare il colesterolo e la glicemia
La farina d’avena è ricca di proteine e di fibre (9 grammi per ogni etto). Le fibre, in particolare, possono essere di grande aiuto per il buon funzionamento dell’intestino: infatti aiutano il transito e quindi combattono la stipsi (assieme all’acqua), ma possono anche aiutare contro diabete e colesterolo.
L’avena abbassa il colesterolo
Grazie ai suoi beta-glucani, l’avena può aiutare ad abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, ma anche a tenere sotto controllo la glicemia post-prandiale e la risposta insulinica. Stando a una ricerca pubblicata sull’International Journal of Molecular Medicine, questo prezioso cereale può abbassare il colesterolo cattivo (LDL) e aumentare (sia pure di poco) quello buono (HDL).
Vari studi sostengono inoltre che un consumo giornaliero di tre grammi di beta-glucani può diminuire la probabilità di sviluppare malattie alle coronarie.
Regola la glicemia
Poiché i beta-glucani sono solubili in acqua in acqua, durante la digestione formano una sorta di gel che rallenta lo svuotamento dello stomaco e quindi anche il passaggio degli zuccheri nel flusso sanguigno.
In buona sostanza attraverso questo meccanismo la farina di avena è in grado di ridurre i livelli di zucchero nel sangue e di migliorare la risposta all’insulina, il che la rende un’arma da tenere in considerazione contro il diabete di tipo due.
Articolo revisionato da Maria Di Bianco, dottoressa in scienze dell’alimentazione e della nutrizione umana.